Un podcast di Ludovico Manzoni – Huffington Post
Sono passati 50 anni dal colpo di Stato in Cile. L’11 settembre del 1973, dopo ore di combattimenti per le strade di Santiago, i vertici militari prendono il potere destituendo Salvador Allende e instaurando una spietata dittatura con a capo il generale Augusto Pinochet.
Il Golpe non servì solo a stroncare l’esperienza politica democratica di Allende ma a fare del Cile il primo vero laboratorio delle teorie neo-liberiste. Oggi come allora, nel Cile tutto è privatizzato, dalla scuola alla sanità, dalla previdenza al welfare, ai beni comuni (acqua, energia, trasporti) e nel commercio dominano le multinazionali. Il popolo cileno non solo è povero, ma è anche arrabbiato. Molte proteste, spesso sedate con il sangue, si sono succedute negli anni. Ma come rileggere i fatti alla luce del presente?
Testimonianze di politici, giornalisti, artisti, studenti e lavoratori provano a rimettere insieme vicende, esperienze, non dimenticando gli storici legami con l’Italia, le speranze ancora vive e il peso del passato.